h1

Urbanistica, salvaguardie, Pietrasanta: quale futuro?

ottobre 22, 2007

L’associazione Libertà e Giustizia, circolo versiliese Giovanni Ferrara, di concerto con il blog Apri gli occhi, organizza per venerdì 26 ottobre prossimi, ore 17,30, un incontro pubblico presso la Croce Verde di Pietrasanta, per iniziare a parlare di urbanistica e cercare di risolvere dubbi che ognuno di noi ha in relazione alle pratiche urbanistiche. Il titolo di questo primo incontro preliminare Urbanistica, salvaguardie, Pietrasanta: quale futuro? vuole tentare di cominciare a inquadrare il sistema-urbanistica nel nostro comune. Quali sono i problemi urbanistici a Pietrasanta? Cosa si potrà e che cosa non si potrà fare nel prossimo futuro? Frazionamenti: come e quanti? Varianti: verranno tutte realizzate? E quando? Questi sono solo alcuni argomenti che potranno essere trattati negli incontri a venire, se vorrete. Ma ricordate che ognuno di noi può dare il proprio contributo sia come domande che come risposte. Siete tutti invitati!

4 commenti

  1. L’Urbanistica a Pietrasanta: alcune considerazioni e tante domande.

    A tre anni dall’adozione del piano strutturale, l’Amministrazione Comunale per voce dell’Assessore Giovannetti annuncia pubblicamente l’incarico per la redazione del Regolamento Urbanistico. Tutto ovviamente in maniera molto soft come se la tempistica fosse quella giusta e ovviamente in linea con i disposti di legge. Non si entra nel merito di chi sarà lo studio beneficiario ed i costi di detto incarico, ma una domanda all’Assessore Giovannetti la vorremmo porre: -nei tre anni di adozione del piano strutturale forse pensava che il Regolamento Urbanistico nascesse spontaneo? Forse nella stagione che gli organi di stampa hanno definito di variantopoli, oggi ormai concretizzata, tanto è stato l’impegno profuso che alla fine si sono assopiti in un lungo e finto letargo dal quale oggi fanno finta di svegliarsi? Ma dove sono stati fino ad oggi gli efficienti programmatori cittadini con a capo il Sindaco? Non vorranno mica farci credere che la legge prevedeva una così lunga gestazione del piano strutturale? Non sarebbe molto più giusto spiegare a tutti i cittadini in che cosa, fino ad oggi erano affaccendati? Non sarà che il piano strutturale, a suo tempo presentato in pompa magna da un codazzo di “urbanisti fatti in casa“, e descritto come lo strumento di programmazione territoriale per i futuri venti anni, è stato tenuto ben riposto nei segreti cassetti dell’Amministrazione? Non sarà che, forse, il suo solo e unico scopo era quello di non contrastare le varianti, “variantine” e “variantone”, che si apprestavano a redigere per il resto non sarebbe servito a niente? Loro ovviamente avevano programmato tutto, loro sapevano, i cittadini, quelli non amici, probabilmente no!.

    Oggi invece, come se niente fosse si ritrovano al capezzale del piano strutturale, ormai quasi morto, con la volontà di volerlo resuscitare, operazione nella quale vogliono coinvolgere gli addetti ai lavori, Architetti, Ingegneri, Geometri, dando a vedere quanto sono democratici nella gestione delle cose, ma tralasciando di promuovere confronti pubblici con i cittadini. Di certo non ci diranno che le unità abitative rispetto a quelle in previsione si sono notevolmente ridotte, per non dire esaurite. Non ci vorranno mica far credere che la lettura del territorio fatta tre anni fa è la stessa di oggi? Di certo non ci diranno nemmeno che andrà rifatto per intero, ci diranno invece che probabilmente andrà “rielaborato”, “rivisto” “aggiornato” termini che dicono tutto e l’opposto di tutto, ma un dato incontrovertibile è certo: il nostro territorio mostra lo scempio insanabile che in anni di amministrazione clientelare e scellerata ha subito e sta subendo. Quanto ai tempi previsti, ci vuole una bella faccia tosta nel dire e nell’augurarsi che gli stessi siano brevi, quasi gli Amministratori o i responsabili della situazione attuale fossero sconosciuti o fossero da ricercare altrove! Quale sarà il futuro che i cittadini di Pietrasanta si troveranno a fronteggiare dal 20 ottobre in poi? Cosa sarà possibile fare in termini generali? Quali interventi saranno ammessi sul patrimonio edilizio esistente? Noi riteniamo che non avendo lo strumento urbanistico sarà quasi impossibile intervenire a qualsiasi livello, con pesanti ripercussioni per tutti i cittadini e ovviamente per i meno abbienti, i quali con ogni probabilità si troveranno le porte sbarrate anche per gli interventi più semplici e di prima necessità. Se a tutto quanto sopra sommiamo il blocco degli interventi nelle zone agricole delle quali l’Assessore Giovannetti fa un breve riferimento ma si bada bene dal dire a tutti i cittadini cosa si può fare, il piatto alla città di Pietrasanta è servito! Non c’è che dire abbiamo degli Amministratori “oculati, previdenti e lungimiranti” che sarebbe opportuno se ne andassero quanto prima a casa, vista anche la ormai nota vicenda giudiziaria!

    Circolo PRC Pietrasanta

    27/09/07


  2. Vorrei segnalare (me lo ha detto un uccellino, forse lo stesso che parla con la favolosa Redazione di Aprigliocchi), l’arrivo una piccola valanga di ricorsi sul Variantone che, se non vado errato, svolge un ruolo importante anche in previsione dell’approvazione del Piano Strutturale.

    Ed in effetti risulterebbe già pervenuto al Comune il ricorso proposto da ITALIA NOSTRA Onlus, oltre ad un paio di altri ricorsi, a firma di Autorevoli Legali.

    Molti sono i vizi che sono stati sollevati, così come molte sono anche le pagine che sono state scritte: vedremo se troveranno accolgimento presso il TAR della Toscana, invero non sempre sensibile alle istanze ambientaliste.

    Il merito di una scelta, comunque, concreta, “fattiva” e non soltanto teorica (e retorica), è dell’instancabile Antonio Dalle Mura, ricordato pochi giorni or sono dalle pagine di questo portentoso Blog che ha saputo raccogliere oltre 50.000 (cinquantamila) consensi e svariate centinaia di contatti giornalieri -, nel giro di pochissimo tempo.

    L’Ingegner Dalle Mura ha da sempre difeso l’Ambiente e la sua storia.
    Recentemente, assieme all’amico Rosellini (anche lui Antonio, dev’essere il nome a portare bene!), ha ricosso successi inaspettati a Viareggio ed al Teatro di Torre del Lago, dove mi piace ricordare, due delle quattro brutture sono state segnate nel destino ed andranno a fare da macerie per il manto stradale, anziché “svettare” verso il cielo.

    Non elenco tutti i successi e le battaglie che vedono impegnata l’Associazione di ITALIA NOSTRA, ma come sanno quanti hanno almeno un filo di attenzione per il nostro territorio, sono moltissime.

    Quell’uccellino di stamani mi ha accennato anche che tra i ricorsi in arrivo dovrebbe essercene anche uno piuttosto “pesante”, stante l’Autorità pubblica che lo deve presentare…. probabilmente, la Provincia ??? (okkio al punto interrogativo… pare non essere più sufficiente, da solo, a salvarci … ehehe !! ridiamo, che è meglio!).

    Insomma, direi che l’occasione di L&G è ghiotta e da non lasciarsela sfuggire: io ci sarò senz’altro. Voglio ascoltare un grande professionista e – prima ancora – una persona validissima, come Giacomo Sacchelli, di cui ho seguito le mosse sui quotidiani da qualche tempo …

    Allora concludo con un incitamento a quelle poche, ma valide persone che ancora animano Pietrasanta e non solo … AVANTI COSI’ !!!! I nomi, tanto, li conociamo …. alcuni li ho appena fatti, altri sono altrettanto (e a buon diritto) noti: Luca, Ugo, Pietro, Marco, Alessandro, Giorgio, Franco, e… se seguito, ci viene fuori l’elenco telefonico.

    E’ il giorno delle scelte, non perdiamo l’occasione, che non tornerà.


  3. Mi dispiace non esserci ,all’incontro di domani, comunque vorrei dire due
    cose a prescindere
    Tutto il territorio della Versilia è ormai saturo di costruzioni , e il
    rapporto verde costruito si sta modificando, ma non è questo il vero
    problema. Il vero problema secondo me è che si costruisce a caso senza nè
    rispettare la qualità dell’ambiente, nè inserendo volumi piacevoli nel
    paesaggio, sia che si tratti di opere pubbliche ,sia private, un esempio,
    l’ospedale unico o le nuove costruzioni abitative a Viareggio ecc.,
    Quindi manca un codice di rispetto ambientale tipico delle società evolute
    che non guardi solo agli indici ma anche al prodotto finito nel contesto
    ambientale ( E’ un problema di cultura che ad esempio i francesi per le
    nuove costruzioni in Bretagna hanno).
    E si pone nel dibattito urbanistico il problema del recupero edilizio, che
    non è solo sostituzione , ma recupero delle preesistenze. Detto recupero
    edilizio oggi è poco contemplato nei piani strutturali.
    Il futuro quindi non è costruire il nuovo ma sapere recuperare il vecchio.
    Problema poco sentito dai politici di oggi perchè non paga economicamente
    come il prodotto nuovo. Arch. Luciano Casprini


  4. Quale futuro per l’urbanistica a Pietrasanta?
    Propongo qui l’esperienza del comune di Grottammare (AP) che dopo anni di bilancio partecipativo ha deciso di far partecipare i cittadini anche alla pianificazione del territorio, potrebbe essere un buon modello da seguire…

    “Piano Regolatore Generale
    Se pur efficace e significativa l’esperienza partecipativa in tema di Bilancio, essa non risulta esaustiva al fine di illustrare i meccanismi partecipativi in essere nella realtà di Grottammare. Percorso altrettanto significativo è quello relativo al Paino Regolatore Generale.

    Quando il movimento Solidarietà e Partecipazione si fece vera e propria azione di governo ereditò una Piano Regolatore vecchio di oltre 20 anni e che presagiva uno sviluppo spropositato oltre che disordinato e privo di verde o spazi aggregativi; quando nel 1997 la nuova amministrazione decise di rimettere mano al documento di pianificazione territoriale, decise di farlo seguendo quel percorso partecipativo che aveva caratterizzato il suo operato ormai da diversi anni.

    Decine di Assemblee tematiche, una forte azione dei Comitati di Quartiere e l’istituzione di un Ufficio di Piano in cui le persone potevano vedere l’evolvere dei lavori esprimendo la propria idea di sviluppo, permisero di arrivare ancora una volta ad un’approvazione condivisa e generalizzata di questo documento così importante. La scommessa in questo caso, come per il Bilancio, fu quella di far intervenire in maniera effettiva i cittadini su percorsi per troppo tempo relegati agli “addetti ai lavori”; attraverso una costante e capillare opera di semplificazione fatta quartiere per quartiere si è potuto dimostrare che non solo non esistono argomenti in cui la cittadinanza non può essere coinvolta, ma anche che la trasparenza è garanzia essenziale per scongiurare dinamiche di collusione tra potere politico ed economico sul terreno del consenso.

    Ragionamenti del tipo “…dammi la possibilità di fabbricare in questa parte di territorio e io ti aiuto alle elezioni…” si sono sgretolati davanti all’interesse pubblico. I risultati mostrano in tutta la sua interezza la veridicità di quanto appena esposto: 1 000 000 di metri cubi in termini di area edificabile sono stati tagliati su un territorio di 14 km quadrati.

    Inoltre questa esperienza si è rivelata utile anche per confutare l’ennesimo luogo comune che vede nella partecipazione popolare un ostacolo al raggiungimento di determinati obiettivi in quanto allungherebbe eccessivamente i tempi del confronto; l’esperienza di Grottammare in questo campo dimostra che non è stato così, in poco più di dodici mesi si è riusciti a modificare un Piano Regolatore che non veniva toccato da oltre venti anni. Questo è stato possibile perché la stessa maggioranza ha ricevuto una forte legittimazione popolare a riguardo trovando il coraggio di assumere una decisione così radicale senza correre il rischio di perdere il consenso della collettività che ha espresso una chiara indicazione a riguardo.

    Dunque, ai tradizionali strumenti partecipativi in mano alla popolazione per la redazione del Bilancio se ne unito un altro appositamente creato per favorire una partecipazione più consapevole ed effettiva. Più nello specifico da un punto di vista metodologico il processo si è svolto avvalendosi di queste diverse arene partecipative:

    -Due cicli assembleari di quartiere: una volta effettuate le riunioni necessarie per approvare il Bilancio appariva chiaro che per risolvere i diversi problemi espressi dai cittadini bisognava mettere mano al Piano Regolatore. I due cicli Assembleari che seguirono furono strumentali a dare una visione d’insieme alla portata del problema. Il primo è stato utile a raccogliere elementi, suggerimenti, previsioni, segnalazioni riguardanti l’idea di sviluppo territoriale che la cittadina aveva della propria comunità. La seconda tornata di incontri ha invece permesso di illustrare ai cittadini la sintesi del progetto in essere e intercettare nuovi spunti di dibattito. Anche in questo caso la forza di questi cicli assembleari risiede nella dimensione collettiva e nella discussione cittadina sulla cosa pubblica.

    -Assemblea settimanale: questo strumento ha permesso ai cittadini di seguire la formazione del Piano in tutte le sue tappe evolutive agevolando quel processo di sintesi determinante per avere una visione condivisa oltre che generale del processo in questione.

    -Ufficio del Piano Regolatore Generale: questo ha rappresentato un nuovo strumento partecipativo ed era un vero e proprio luogo fisico, aperto ogni pomeriggio, all’interno del quale i cittadini potevano intervenire per prendere visione dell’evoluzione del progetto ma anche per esprimere proprie osservazioni o particolari preferenze. Il tutto è stato realizzato alla presenza di tecnici che avevano il compito di facilitare il processo ai cittadini che avevano comprensibili difficoltà nell’interpretazione del documento

    -Comitati di Quartieri: hanno svolto in modo ancora più significativo il loro ruolo di facilitatori e promotori del processo; essi, hanno in altri termini coinvolto i cittadini permettendogli di arrivare preparati ai momenti assembleari illustrando in maniera semplificata il progetto di Piano Regolatore in itinere. Hanno anche in questo caso richiesto assemblee e “lubrificato” l’interazione delle diverse arene partecipative.

    Accordo di programma
    Non da ultimo recentemente si sono svolte Assemblee partecipatissime per effettuare un opera di riqualificazione di una zona del paese. Questo intervento prevedeva l’intervento di un privato e quindi l’amministrazione si è trovata nelle condizioni di dover contrattare con esso per arrivare porre in essere l’opera; è proprio in questa fase che la partecipazione popolare ha assunto toni decisivi in quanto ha dato al Sindaco un vero e proprio mandato al quale esso si è dovuto attenere proprio perché espressione della volontà cittadina.

    Riqualificazione e valorizzazione di una zona di verde, parcheggi pubblici, alloggi da destinare ai meno abbienti e altri risultati emersi in sede Assembleare sono stati ottenuti proprio perché a quel punto il rappresentante dell’amministrazione non ha potuto distanziarsi dalle linee guida espresse dai cittadini e il privato non è riuscito effettuare eventuali e ipotetiche azioni speculative proprio perché l’argomento era diventato di dominio pubblico.

    Un’Assemblea preliminare, le tradizionali Assemblee di quartiere e un ulteriore incontro con la cittadinanza hanno in certo senso blindato la volontà cittadina permettendo di raggiungere agevolmente i risultati espressi dalla popolazione. Da una parte il Sindaco non ha né potuto (i cittadini avrebbero fatto valere le loro ragioni nelle successive Assemblee) né voluto scostarsi da quella che è stata una chiara volontà della cittadinanza; dall’altra il privato non ha avuto la forza contrattuale e morale di opporsi ad una legittimazione così radicata all’interno del tessuto sociale del paese.

    Dunque bilancio, Piano Regolatore Generale, progettazione di singoli interventi, accordi di programma, contratti di quartiere e via dicendo si configurano come arene all’interno della quale la partecipazione assume connotati decisivi in quanto si passa da dinamiche di mera consultazione a meccanismi di effettiva co-decisione sulla cosa pubblica.”

    Dal sito http://www.comune.grottammare.ap.it
    link: Grottammare partecipativa



Lascia un commento